sabato 31 ottobre 2009

Assuefatti alla morte o irrimediabilmente rassegnati?...

In questi giorni tutti i tg ci mostrano il video dell'esecuzione di un pregiudicato a Napoli...
E' molto facile dare subito un giudizio più che negativo sulle persone che fanno da cornice all'accaduto, al loro essere indifferenti alla morte, al loro silenzio nel denunciare.
Forse dovremmo comprendere, noi che lì non viviamo, che molta brava gente (perchè ce n'è...) ormai si è rassegnata, non crede più che qualcosa possa cambiare, vive con la percezione che la morte violenta degli altri, anche alla luce del sole, sia, ora come ora, la più normale delle cose; con la speranza forse, ogni volta che esce di casa per andare a lavoro, a scuola o a fare la spesa, che non capiti anche a ciascuno di loro, anche solo per essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, nella traiettoria di un proiettile destinato a qualche malvivente...
E' molto interessante, al riguardo, la riflessione che fa Saviano sull'accaduto dalle pagine di Repubblica, e che inizia con queste parole:

"TUTTO normale. È questo che sembra essere il tempo e il modo di questa esecuzione di camorra. Normalità. Tutto normale scavalcare un morto per terra, tutto normale vedere un uomo che viene sparato alla testa e non far nulla, nemmeno gridare, o chiamare qualcuno. È tutto normale, non si corre, nessuno sente di dover far niente. La città è in guerra e si agisce come agiscono gli uomini in guerra ossia, strisciare, allontanarsi, non dare nell'occhio..."

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